Rossella Urru, 29 anni, lavora per un’Organizzazione Non Governativa (Il CISP – Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli) e coordina il campo profughi per rifugiati Saharawi ad Hassi Rabuni, in Algeria.

Rossella è stata rapita nella notte tra il 22 e il 23 ottobre 2011 da miliziani islamici armati del Mali; con lei anche due volontari spagnoli.

Rossella Urru
Rossella Urru

Sul caso di Rossella c’è stato tanto interesse nel primo periodo, salvo poi col passare dei giorni finire quasi nel dimenticatoio dell’opinione pubblica; non così per il popolo dei social networks (twitter in primis) che ha continuato a tenere alta l’attenzione.

Nonostante sia convinto che la Farnesina stia facendo di tutto a livello politico per far ritornare Rossella a casa, sono ancora più convinto che sia necessario parlarne, tenere alta l’attenzione.

Twitter è un mezzo di una potenza spaventosa: è stato fondamentale durante le rivoluzioni che hanno accompagnato la cosiddetta “Primavera Araba”, è stato capace di canalizzare intere popolazioni e superare le censure di governi dittatoriali. Ed è senza ombra di dubbio seguitissimo dalle emittenti radiotelevisive. E’ per questo che vi chiedo di utilizzare sempre più spesso l’hashtag #freeRossellaUrru, di farlo girare soprattutto se si hanno followers stranieri, di spiegare loro la situazione e convincerli ad aiutarci in questa battaglia per la libertà di una ragazza.

Rossella ha aiutato tanta gente in difficoltà, è nostro dovere aiutare lei. Riportiamo Rossella Urru a casa, riportiamola tutti insieme.

Vorrei concludere ricordando anche gli altri nostri connazionali in questo momento ancora prigionieri, il silenzio imbarazzante che c’è sulla loro sorte:

  • Maria Sandra Mariani, rapita da più di un anno a 250km da Djanet;
  • Franco Lamolinara, rapito il 12 maggio nel nord-ovest della Nigeria;
  • Giovanni Lo Porto, rapito nella parte pakistana del Punjab;
  • I sei del mercantile Enrico Ievoli, rapiti in Somalia.