La misteriosa Stonehenge, il mito di Atlantide, l’Isola di Pasqua: quante volte ci hanno fatto viaggiare con la fantasia in incredibili avventure tra storia, mito e leggenda? Certo, la moderna archeologia non è così avventurosa, ma alcuni reperti archeologici possono avere una storia straordinaria: è il caso del Cratere di Assteascratere raffigurante il “Ratto di Europa” realizzato da Assteas, noto ceramografo e ceramista greco che operò a Paestum tra il 350 e il 320 a.C.

Cratere di Assteas

Il cratere di per sé non ha nulla di particolare, se non l’eccezionale bellezza: si tratta di una tipologia di vaso utilizzato per mesciare il vino (troppo forte all’epoca) con acqua, miele e spezie.

Cratere di AssteasIl nostro cratere probabilmente non fu creato per questo compito: esso, infatti, nacque dalla brillante mente di Assteas per accompagnare nell’aldilà una persona di elevato valore sociale come corredo funebre nella sua tomba presso l’antica Saticula, l’odierna e bellissima Sant’Agata de Goti, in provincia di Benevento.

Per secoli è rimasto protetto nel terreno, al sicuro col suo padrone, almeno fino agli anni ‘70, quando un contadino, si dice, l’abbia trovato effettuando dei lavori agricoli. Come molto spesso avviene, il contadino non comprese la straordinaria importanza del ritrovamento, tanto che lo barattò per un maialino con un amico che a sua volta lo vendette in Svizzera per un milione delle vecchie lire.

Per anni se ne persero le tracce, finché un giorno il moderno proprietario si scattò una foto con il cratere, troppo bello per non immortalarlo, lasciando qualche traccia del suo passaggio fino ad essere acquistato dal Getty Museum di Malibù (California) per una somma superiore a 300.000 euro (e pensare che fu scambiato per un maialino!).

Grazie alle tracce lasciate dai precedenti proprietari, i carabinieri italiani riuscirono a dimostrare che il vaso fu trafugato illegalmente e poterono rimpatriarlo in Italia. La Soprintendente per i Beni Archeologici di Caserta e Benevento, Adele Campanelli, e il funzionario archeologico, Luigina Tomai, lo riportarono a casa: il Cratere di Assteas è ora esposto nella chiesa di San Francesco, nel cuore di Sant’Agata de Goti.

Sant’Agata de Goti

Grazie alle più moderne tecnologie, oggi è lo stesso cratere a narrare ai turisti la sua storia e quello che Assteas voleva che rappresentasse tra la sacralità del coro della chiesa, “il vento”, “il mare” e le sue immagini che si “muovono” come d’incanto davanti agli occhi increduli degli spettatori.

Tutto questo fino al 17 di maggio 2015, quando il Cratere di Assteas partirà, ancora per una nuova avventura, verso Milano EXPO dove potrà raccontare la sua incredibile storia al mondo intero.

Informazioni utili. La mostra è aperta dalle 09:30 alle 12:30 ultimo turno, e dalle 16:30 alle 20:30 ultimo turno prefestivi e festivi. Le visite guidate iniziano ogni 20/25 minuti.