Ogni giorno, nel campo della medicina, vengono fortunatamente messe a punto nuove cure che permettono di risolvere problemi di salute considerati in passato di difficile o di impossibile soluzione.
Con il passare del tempo, terapie e trattamenti considerati una volta d’eccellenza diventano routine. L’allungamento della nostra aspettativa di vita non dipende, forse, principalmente dai risultati che siamo riusciti a raggiungere soprattutto in ambito sanitario?
Il progresso ha coinvolto la cura ed il successivo trattamento delle lesioni della cartilagine ed osteocondrali, danni che interessano anche l’osso sottostante la cartilagine.
Parliamo di lesioni che si verificano purtroppo sempre più frequentemente. Quali sono, oggi, le possibili soluzioni per far ricrescere la cartilagine e rinnovare le articolazioni senza utilizzare protesi metalliche?
Partiamo dal presupposto che l’impianto di una protesi non è una soluzione raccomandata su pazienti giovani, per una serie di ragioni:
- un’alta percentuale di fallimento;
- una vita media della protesi di circa 15 anni;
- la conseguente necessità di un nuovo intervento in futuro per sostituire l’impianto usurato;
- il comportamento innaturale dell’articolazione sostituita con componenti metalliche rispetto al suo normale funzionamento.
Nel caso di pazienti in età avanzata il discorso è ovviamente diverso; in questo caso, l’utilizzo di una protesi è consigliato poiché le possibilità di rigenerare un nuovo tessuto che guarisca la lesione, ad una certa età, sono molto basse.
Attraverso le nuove tecniche di rigenerazione cartilaginee ed osteo-cartilaginee oggi una fascia rilevante di pazienti affetti da una lesione articolare, cartilaginea o ossea ha la possibilità di porre rimedio, riacquisendo una buona funzionalità con un intervento biologico-rigenerativo.
Ancora una volta ciò è possibile grazie ai progressi compiuti dalla ricerca. La riparazione naturale di cartilagini, articolazioni e tessuti ossei è oggi realtà: sono sempre di più, infatti, i centri che adottano trattamenti innovativi finalizzati alla rigenerazione sia della cartilagine sia dell’osso sottostante.
L’utilizzo di un presidio biologico impiantato nella lesione comporta, come risultato, una sensibile stimolazione della rigenerazione della cartilagine; con l’ausilio di un presidio biologico scaffold composto di nanostrutture complesse, il tessuto viene rigenerato e la lesione guarisce in modo naturale.
Dopo l’intervento è ovviamente necessario un adeguato percorso riabilitativo volto alla rieducazione articolare al fine di recuperare completamente le funzionalità di flessione ed estensione e delle capacità di movimento.
Per completezza di informazione pubblichiamo un video tratto dalla trasmissione “E se domani” in cui si racconta il caso clinico di una donna che, in seguito ad un incidente domestico che le ha provocato una grave frattura al piatto tibiale con perdita di buona parte della cartilagine, è riuscita – tramite l’impianto del presidio biologico e grazie ad un particolare intervento chirurgico – a recuperare la completa mobilità dell’arto.
Grazie all’avanguardia raggiunta dalla ricerca italiana è quindi possibile risparmiare l’impianto di protesi per i pazienti in giovane età, con grandi vantaggi per la qualità di vita sia presente che futura.
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