Due sono gli scopi primordiali per gli organismi viventi: sopravvivenza e riproduzione. Questo vuol dire aver accesso al cibo per sopravvivere ed ad un partner per la riproduzione sessuale. In ogni caso, tali risorse non sono sempre abbondanti e la competizione comincia quando una di esse è limitata.
Un esempio semplice è proprio la riproduzione. Durante questa fase, il numero di uova/ovaie nella femmina è limitato rispetto alla produzione di seme nel maschio. Questa costrizione è all’origine della competizione tra i maschi di molte specie, dai moscerini della frutta alle scimmie, al fine di aver accesso alle femmine e trasmettere i propri geni. Nel comportamento alimentare, il limite della quantità di cibo è invece all’origine della competizione tra gli individui.
La competizione inizialmente riguarda due soggetti che appartengono allo stesso gruppo o a gruppi diversi, ma potrebbe anche esistere tra interi gruppi a seconda delle risorse che sono implicate nello stile di vita delle specie.
Ad esempio, nelle specie in cui gli individui vivono solitari, coloro che hanno un accesso più agevolato alle femmine sono quelli con migliori capacità sensoriali, o coloro in grado di emettere segnali più efficaci per attrarre individui di sesso opposto.
Nello specifico, l’olfatto gioca un ruolo cruciale negli insetti per trovare una femmina. Pertanto, gli individui dotati di una rilevazione olfattiva migliore avranno maggiori chances di riprodursi e vincere la “competizione”.
Inoltre, in altre specie, i maschi di solito attraggono le femmine con suoni. In tal caso, gli stessi suoni danno una indicazione diretta sullo stato fisiologico degli individui che li emettono, ed anche in questo caso quelli con migliori attributi sonori vinceranno la “competizione”.
Questo concetto è pienamente applicabile anche alla ricerca di cibo (foraggio o caccia), anche se gli attributi non sono gli stessi.
Nell’ambito dello stesso gruppo, la competizione spesso determina la classe sociale degli individui, che automaticamente determinerà il loro accesso alle risorse. Per quanto riguarda la disponibilità di femmine, la competizione richiede quasi sempre uno scontro fisico e gli individui con massa maggiore risultano avvantaggiati.
Tuttavia, la competizione si estende anche alla capacità di assicurare la riproduzione. A questo scopo, quando i leoni ottengono le attenzioni delle leonesse dopo aver vinto la dominanza del gruppo, tendono ad uccidere la cucciolata precedente, al fine di assicurare la propria discendenza poiché le femmine con progenie non accettano nuove relazioni sessuali. Inoltre, appartenere ad un’alta classe vuol dire anche scegliere a chi distribuire il cibo disponibile, che potrebbe essere indirizzato alla sopravvivenza di specifiche progenie.
In natura non è raro vedere fenomeni di integrazione in un gruppo. In queste società, ci si integra per avere migliori opportunità di accedere al cibo o di difendersi poiché i singoli individui non potrebbero sopravvivere da soli. In questo caso, sebbene ci possano essere delle competizioni per le femmine del gruppo, lotte tra gruppi diversi hanno luogo per sviluppare la dominanza sul territorio. In questo genere di competizione, “vincere” vuol dire appartenere al gruppo più forte.