Ad un mese dalla scomparsa, improvvisa forse non troppo, di Pino Daniele, notevole è la forza con cui i cuori, le radio, i ricordi non si sono limitati ad oltrepassare il dolore della perdita, del “non c’è più”, della morte, ma hanno completato quel singolare ponte, che unisce l’esperienza umana alla memoria immortale.

Pino Daniele

Questo è stato possibile perché anticonformisticamente l’esperienza di Pino non ci ha costretti ad assecondare la teoria delle parti, ma ci ha catapultati, nessuno escluso, al medesimo punto di ritrovo. Ovvero il cuore!

Pino Daniele non si è limitato a segnare una tacchetta sulla nostra linea delle emozioni; non si è limitato solo a ricordarci, magari con una canzone, magari con un “Ciao wuagliù”, che abbiamo avuto l’onore di “conoscerlo”. Ha fatto molto di più: ha firmato  un fatto storico, un fatto di carne e ossa, un fatto contemporaneo, un testo dalla bellezza disarmante. Con la morte di Pino Daniele si chiude un ciclo. Per questo la nostra tristezza rotola, ingigantendosi, come una palla di neve su un manto innevato, liscio, immacolato.

Ecco spiegata la fiaccolata, più sacrale di un flash mob, più intima per la memoria. Ecco spiegate le lacrime: vere, profonde, intonate; i piccoli tributi dai giovani che in quei giorni, con unanimità, insolita direi, senza parti da dover prendere, hanno sentito di dover ringraziare una voce, principalmente, che ha donato loro un grande comune denominatore.

Un fatto, allora, che esce dai confini napoletani o che, forse, in quei confini non c’è mai stato, se non nell’intima natalità che umanamente e discretamente si conserva nel DNA.

Come Troisi, suo immenso amico, l’effetto Daniele misura la sua grandezza nella geniale capacità di concedere spazio al luogo comune, esiliandolo dalla banalità, dalla ridondanza, dalla schiettezza priva di significato.

Una bomba di talento, malinconia, ironia e sregolatezza, che hanno fatto della musica di un mito la grandezza di un uomo, che ognuno di noi continuerà ad ascoltare ed ammirare con la tenacia di sempre.