Andrea fidati, è meglio se ti accomodi, questa esperienza ti darà un nuovo equilibrio, fisico e mentale…“. E’ iniziato così un viaggio in un altro universo, anzi molteplici universi, ma tutti inesistenti. Vi parlerò della mia personalissima esperienza con un dispositivo di nuova generazione chiamato Oculus Rift, che ho provato in anteprima, facendo volentieri da cavia ad un amico che lavora nel settore.

Oculus Rift

Come dicevo, accomodatomi alla sua scrivania davanti al PC, mi viene posizionata sul viso questa specie di maschera da sub collegata al computer, e inizio a vedere un’altra scrivania… completamente virtuale. Ero in una stanza diversa; avrei voluto gridare al miracolo, tanto era reale!

Sulla scrivania c’era anche un castello di carte, al quale mi sono prontamente avvicinato con la testa, notando con stupore che realmente mi avvicinavo. Potevo distinguere a livello sensoriale la profondità della stanza; avrei potuto anche misurarla, se solo fossi stato in grado di fare qualche passo. Eh si… perché uno dei “fastidi” che ho notato è stato proprio l’impossibilità di muoversi liberamente.

Cercherò di spiegarmi meglio: in una realtà virtuale, cosi perfettamente riprodotta, ci si aspetta di poter camminare con le proprie gambe e invece bisogna accontentarsi del classico joypad da videogames per i movimenti nel mondo 3D, un dettaglio non trascurabile, ma che di sicuro non va ad inficiare l’esperienza sensoriale.

Dopo la regolazione del dispositivo in base ai propri occhi arriva il momento della vera esperienza di realtà virtuale: provare le famose rollercoaster, le montagne russe per intenderci. Nella vita reale, non farei un giro su questi mostri volanti nemmeno sotto tortura, invece con l’Oculus Rift sotto mano sono diventato impavido, anche se solo per 5 secondi. La macchina parte, e io mi sfilo il visore… non sono riuscito a sopportare la sensazione di vuoto alla prima discesa, quella che ti fa strillare a squarciagola provocandoti il classico “mal di mare”.

Ho provato anche sensazioni molto gradevoli grazie all’Oculus Rift: immergendomi nell’oceano, nuotando fra banchi di pesci colorati e osservando una megattera da vicino, il tutto accompagnato dai classici suoni ovattati e dal rumore del respiratore da sub. Un’esperienza davvero suggestiva: ho vissuto l’assenza di peso che si prova in un’immersione comodamente seduto su una sedia.

Come primo approccio colpisce molto la reale profondità dell’ambiente (che non si è mai potuta notare in altri dispositivi prima dell’Oculus Rift), dovuta proprio alla tecnologia del prodotto e all’ampio campo di visuale che offre.

L’utilizzo di un display interno Oled da 5,6 pollici con risoluzione 1920×1080  dotato di 20 sensori ad infrarossi posizionati sul visore (ben integrati, non visibili ad occhio nudo), insieme alla telecamera posta davanti ad esso, permettono all’utente lo spostamento in ambiente 3D.

L’Oculus Rift è un bel regalo che ci potremo permettere, si vocifera per l’anno nuovo, sborsando circa 400 dollari.

Sono state sviluppate diverse versioni dell’Oculus Rift, tutte sfruttate al 70 per cento, rispetto a quella che verrà commercializzata che, si vocifera, avrà una risoluzione di ben 4096 x 2160 (il nuovissimo formato 4K o Ultra HD).

Ovviamente ci si aspettano grandi cose dall’Oculus Rift, e non mancano gli studi per sviluppi in ambito medico ed edile. Staremo a vedere…