Nicolas Winding Refn su Vanity Fair parla del primo servizio di moda “diretto” da un regista come se fosse un film
«È stato come girare il mio primo film nel vostro Paese. Ho deciso di accettare la sfida di Vanity Fair, prima di tutto, perché scattare un servizio di moda è una cosa che non avevo mai fatto prima, né in Italia né altrove, e io adoro essere messo nelle condizioni di fare cose che non conosco. Poi perché mi piaceva l’idea di proseguire il viaggio nel mondo della moda che ho intrapreso con The Neon Demon», dichiara Nicolas Winding Refn.
Nicolas Winding Refn, danese «invasore» di Hollywood, è uno dei più innovativi registi della sua generazione. Giovanissimo si fa un nome nel mondo cult underground con la Trilogia del Pusher. Lancia Tom Hardy dirigendolo in Bronson, e Ryan Gosling in Drive, per il quale vince a Cannes il premio come miglior regista. Torna a Cannes, sempre con Gosling, con Solo Dio Perdona, e quest’anno di nuovo in concorso con The Neon Demon, un horror (protagonista Elle Fanning) incentrato sull’ossessione per la bellezza nel mondo della moda.
Mondo in cui si è rituffato quando ha accettato la proposta di Vanity Fair di fotografare in una villa di Roma diciotto attrici del cinema italiano con indosso gli abiti più rappresentativi delle collezioni autunno-inverno. Con l’aiuto di Natasha Braier, direttore della fotografia di numerosi premiati film (di Refn e non solo) e video musicali, e Joseph Bennett, production designer che oltre a vantare una solida esperienza cinematografica e televisiva (per la serie Hbo/Bbc Roma ha vinto 2 Emmy, un Bafta e un Art Directors Guild Award) Nicolas Winding Refn ha curato il set delle leggendarie sfilate di Alexander McQueen e l’acclamata mostra sullo stilista britannico al Metropolitan Museum di New York.
Si tratta del primo esperimento di questo tipo, non solo per Vanity Fair o per Refn, e neanche solo per il nostro Paese: mai prima un servizio di moda è stato diretto da un regista come un film, utilizzando le maestranze del cinema.
Dirette da Nicolas Winding Refn, le attrici (da Vittoria Puccini a Alessandra Mastronardi, da Miriam Leone a Valeria Solarino) hanno interpretato scene concepite come una prosecuzione di The Neon Demon, ma anche ispirate all’horror all’italiana di cui è grande ammiratore Refn, che dopo aver presentato a Cannes il restauro di Terrore nello spazio di Mario Bava, proprio in questi giorni viene a Venezia a «battezzare» con Dario Argento quello del cult di George Romero Zombi, curato proprio dal regista di Profondo Rosso.
I suoi film precedenti esploravano il mondo maschile. The Neon Demon è il suo primo sguardo sul mondo femminile.
«Ho liberato la mia parte femminile, le mie fantasie su che cosa significa essere una bella ragazza oggi».
Lei è padre di due figlie, la maggiore già adolescente. Che cosa significa essere una ragazzina oggi, al tempo dei social media?
«La grande novità è l’accettazione, anzi l’incoraggiamento del narcisismo. La rivoluzione digitale oggi è il liquido in cui Narciso si specchia. E non è detto che sia un male. Il narcisismo può essere il primo passo verso l’accettazione di se stessi, che è fondamentale per crescere».
Ma in questo mondo di immagini in cui la realtà è sempre abbellita, resa perfetta, il mondo di Instagram, non c’è il rischio di non sapere più che cosa è reale e che cosa no?
«Forse, ma è il futuro. La mia generazione sa ancora distinguere tra vero e artificiale, quella delle mie figlie, e delle figlie delle mie figlie, vivrà in un universo in cui dominerà quella che io chiamo realtà artificiale. Criticare il mondo che verrà non serve, è solo la proiezione delle nostre paure».
Ha in progetto una serie televisiva da girare nel nostro Paese.
«Sì, e non vedo l’ora. Adoro l’Italia».
Il servizio, che oltre alla grande copertina occupa 50 pagine, viene pubblicato nel numero di Vanity Fair in edicola da mercoledì 31 agosto.
“Vanity Fair conferma ancora una volta la sua capacità di creare contenuti originali e di grande qualità. Il risultato è un servizio davvero unico e fantastico; un grande servizio con il meglio della moda internazionale, indossata dal meglio del cinema italiano, scattata dal meglio della creatività hollywoodiana. Questa iniziativa ha ottenuto grande consenso dal mondo della moda, così attento all’immagine e alla qualità, e ha generato un risultato importante: rispetto all’anno precedente la raccolta pubblicitaria è cresciuta del 70%”- così Paola Castelli, direttore divisione.