L’eruzione del Vesuvio del Seicento fu devastante e distrusse tanti paesi ai piedi del vulcano. Ma la città di Napoli miracolosamente fu salva grazie all’intervento di San Gennaro. Scopriamo cosa si narra.
Il 16 dicembre è una delle tre occasioni dell’anno in cui avviene il cosiddetto miracolo di San Gennaro, ossia la liquefazione del sangue custodito nell’ampolla in Duomo, a Napoli. Il motivo di questo appuntamento, forse il meno conosciuto, è legato ad una storica eruzione del Vesuvio che distrusse numerosi paesi limitrofi. Scopriamo la vicenda legata a questo episodio, che accadde il 16 dicembre 1631.
Il miracolo laico di San Gennaro
Il 16 dicembre di ogni anno è il giorno del cosiddetto “miracolo laico” di San Gennaro. Gli altri miracoli sono quello “ufficiale” del 19 settembre, noto ai più e festeggiato calorosamente dalla popolazione napoletana e quello primaverile, che ricorre nel sabato che precede la prima domenica di maggio. Il prodigioso evento legato al miracolo laico riguarda il giorno in cui i napoletani ottennero l’intervento del famoso Patrono, grazie al quale scongiurarono la distruzione totale della città, causata da una violentissima eruzione del Vesuvio. Questa, che costò la vita a più di 4000 vittime, si ricorda come l’evento più violento della storia recente del famoso vulcano.
Due giorni di distruzione
L’eruzione si verificò dopo un periodo di quiescenza durato circa cinque secoli e fu preceduta da terremoti e deformazioni del suolo, come fenomeni di avvertimento. A seguito dell’apertura di una frattura nel fianco del vulcano, si formò una colonna eruttiva che raggiunse un’altezza compresa tra 13 e 19 km, seguita dalla caduta di blocchi e lapilli nelle aree circostanti. Durante tutto il giorno successivo, ossia il 17 dicembre 1631, flussi di lava cominciarono a scorrere lungo il vulcano, distruggendo i paesi posti ai suoi piedi. L’eruzione durò 48 ore e le fasi esplosive determinarono la quasi totale distruzione di Portici, Resina (l’antica Ercolano), Torre del Greco, Torre Annunziata, Pietrarsa. Gravissimi danni subirono Ottaviano e la vicina Somma Vesuviana. Complessivamente le vittime accertate furono 4000, oltre a 6000 capi di bestiame.
San Gennaro salvò Napoli
Si tramanda che nel giorno dell’eruzione, il Vesuvio, che aveva già colpito duramente i paesi limitrofi della provincia, stesse seriamente minacciando di distruggere il capoluogo. La lava era ormai alle porte di Napoli, quando i cittadini invocarono l’aiuto di San Gennaro, portando in processione le ampolle con le reliquie del Santo fino al ponte della Maddalena. Queste, rivolte al cielo, si riempirono del sangue del Patrono e inspiegabilmente il fiume di lava arrestò il suo corso. La tragedia fu scongiurata e Napoli festeggiò la sua salvezza. Da allora, la data del 16 dicembre è associata a questo fenomeno inspiegabile per la tradizione partenopea. Il ripetersi di questo evento è visto come un miracolo, simbolo di buon auspicio, con il quale San Gennaro protegge la meravigliosa città da calamità ed eventi funesti.